LA COMUNITÀ EL REGADÍO DE USPANTÁN, QUICHÉ, CONDANNATA A MORIRE DI FAME GRAZIE AL SIGNOR PEDRO BROL (Parte I)
28 febbraio 2012
Il 28 novembre 2011, gli abitanti della comunità El Regadío sono stati vittime di un attacco da parte del corpo paramilitare del signor Pedro Brol; gli abitanti della comunità si sono difesi e hanno disarmato le guardie private. In seguito si sono recati all’ufficio della Procuraduría de los Derechos Humanos per consegnare le armi, ed integranti di questo ufficio li hanno accompagnati al Ministerio Público per sporgere denuncia per l’attacco subito. L’udienza era stata fissata per lunedì 13 febbraio, ma sorprendentemente è stata cancellata e spostata di luogo; quando i membri della comunità El Regadío sono tornati a casa, dopo la sospensione dell’udienza, hanno avuto la brutta sorpresa di trovare, per mano dei paramilitari della famiglia Brol, le loro abitazione smantellate e più di 80 manzanas di coltivazioni di mais e di fagioli distrutte, cosa che li condanna a morire di fame visto che questi prodotti costituiscono la base della loro dieta quotidiana.
La rivista GT si è recata alla Comunità El Regadío, nel municipio di Uspantán, per raccogliere le testimonianze dei contadini. Questa comunità vive da almeno 200 anni nel luogo dove si trova attualmente. Generazione dopo generazione hanno vissuto e coltivato in quello stesso luogo. Durante il conflitto armato interno degli anni ottanta, la famiglia Brol, proprietari terrieri di Cotzal, “assassini di contadini e coinvolti con la repressione contro la popolazione Ixil e Quiché”, hanno continuato a usurpare le terre delle comunità, come hanno sempre fatto nel tempo con i terreni delle comunità indigene e municipali, per estendere la Finca San Francisco (tenuta San Francisco) che già si estende su gran parte dei municipi di Cotzal e Uspantán nel dipartimento di El Quiche e nel dipartimento di Alta Verapaz.
Nell’anno 2007, quando il governo di Oscar Berger autorizzò la costruzione dell’idroelettrica di Palo Viejo, che avrebbe utilizzato il corso del Río Cotzal e di tre suoi affluenti, il Chipal, il Regadío e l’Arroyo Escondido, gli abitanti di El Regadío si opposero al furto dell’acqua, vitale per la produzione delle loro colture. La risposta del latifondista Pedro Brol fu di ordinare alle sue guardie private di sparare, durante la notte, sulla comunità.
Il 28 novembre 2011, gli abitanti della comunità di El Regadío hanno subito un attacco da parte del corpo paramilitare del signor Pedro Brol; gli abitanti della comunità si sono difesi e hanno disarmato le guardie private. In seguito si sono recati all’ufficio della Procuraduría de los Derechos Humanos per consegnare le armi, e poi alcuni integranti di questo ufficio li hanno accompagnati al Ministerio Público per sporgere denuncia per l’attacco subito.
Intanto il signor Pedro Brol, per mezzo dei suoi avvocati e con la complicità dei procuratori del MP del luogo, ha accusato i contadini di El Regadío di furto aggravato e di tentato omicidio, senza prendere in considerazione che esiste una negoziazione in atto riguardo a questo conflitto. Curiosamente la polizia si è mossa immediatamente e ha catturato Felipe Gutiérrez, sindaco indigeno y leader comunitario di El Regadío.
L’udienza era stata fissata per lunedì 13 febbraio, ma è stata inaspettatamente cancellata e spostata in un altro luogo; quando gli abitanti della comunità El Regadío sono tornati a casa, dopo la sospensione dell’udienza, hanno avuto la brutta sorpresa di trovare, per mano dei paramilitari della famiglia Brol, le loro abitazione smantellate e più di 80 manzanas di coltivazioni di mais e di fagioli distrutte, cosa che li condanna a morire di fame visto che questi prodotti costituiscono la base della loro dieta quotidiana.
- Ali
- feb 28, 2012, 18:18
Mi rincresce molto quello che è accaduto, mi provocano rabbia e collera gli abusi dei paramilitari che fanno del male ai loro fratelli mentre le transnazionali approfittano della situazione.
Spero che un giorno ci uniremo tutti quanti per difendere le risorse naturali, e spero che questo non avvenga troppo tardi, perché l’acqua, il suolo, tutto quanto è relazionato con Madre Natura, è quello che ci da il sostento quotidiano.
D’altro lato le transnazionali vogliono solo benefici per se stesse, portandosi tutto ai loro paesi e lasciando qui povertà e lotta per la sopravvivenza. Tutto quello che sta qui in Guatemala, appartiene al popolo, e non vogliamo che si venda ne si compri Madre Natura.
Se fossimo capaci di unirci, quanto vicino e bello sarebbe il futuro. “Che Guevara”
- Julie
- feb 28, 2012, 22:14
Disgraziatamente, nel secolo XXI ancora ci sono numerosi casi come questo, in America Centrale, America del Sud… Africa, così come in altri continenti. Ringrazio il compagno per denunciare questi casi di violazioni dei diritti umani; non perché sono comuni e frequenti vuol dire che siano normali. Impera ancora nei quattro angoli del mondo la “legge del più forte”, dei potenti, la legge del carnefice…per via della bassezza umana, per la sola natura de alcuni esseri che non sono riusciti ad evolversi. Quando vedo o leggo fatti come questo, non posso non pensare che si, siamo animali. Quale persona con un minimo di valori e di morale potrebbe pensare ed agire così? La brama del potere, la brama del denaro è quello che fa si che l’uomo sia l’unico animale capace di distruggere il suo ambiente, e capace forse di provocare un giorno la sua propria rovina ed estinzione.
Siamo stati in altre occasioni con il compagno Arnoldo alla Finca San Francisco, e lì siamo stati testimoni di cose scandalose: i lavoratori della finca vivono in un edificio comune, come bestiame in una stalla… come prigionieri. La gente che vive in montagna, dove c’è l’idroelettrica, non ha l’elettricità. Si, veramente perdura lo sfruttamento… si, perdura… l’unica casa bella della finca, che risalta quando si entra in questo “impero con padroni e vassalli” è quella dei proprietari… In che epoca viviamo? Se non avessi un calendario gregoriano, mi potrei sbagliare…