Ancora una volta, ancora con l’angoscia che serra la gola, inoltrerò questa mail che testimonia l’inferno di Gaza. Bisogna fermarli, con le nostre menti stanche, con le nostre forze esauste, ma non si può assistere in silenzio complice a questo eccidio insensato!

Israele ha dirito di difendersi? A questo prezzo Israele non ha nesusn diritto, non si può mettere su un piatto della bilancia la cosidetta sicurezza di Israele e sull’altro la morte, la distruzione, il territorio ucciso, i bambini, il futuro.  Tutto maciullato dalla pretesa di essere gli unici con diritti, vita, speranze e paure.

E quasi per distrarci dalla orrenda mattanza di Gaza qualcuno lancia un missile ed abbatte un aereo, uccidendo in un colpo solo una folla di vite, anche qui adulti uomini, donne, e bambini… e il mondiale di calcio appena terminato ha messo in evidenza l’indifferenza verso la vita delle persone in nome degli affari, dell’immagine, del potere di chi si ritiene detentore dei diritti, e ignora i diritti degli altri.

Ma una ingiustizia, una violenza, una ecatombe non ne cancella un’altra, se mai la rende più atroce, perchè sembra che nel mondo non ci sia sponda, non ci siano abbastanza parole, impegno, determinazione, coscienza per sapere che nessuno è salvo se non ci salviamo tutti.

Sembra di vivere in un mondo a due velocità, sopra stanno i poteri forti, le banche, le multinazionali, che ritengono di avere doveri solamente verso se stessi, e i propri azionisti, e in basso la gente comune, vittima di ogni scelta fatta, ininfluente, sacrificabile, effetto collaterale di progetti ed eventi che non la riguardano, ma che travolgono le persone nel vortice delle azioni di chi può, difendersi, attaccare, distruggere, spianare, chiudere il mare e la terra.

Allora io credo che sia urgente e fondamentale una rivoluzione di idee, di priorità, di valori, perchè solamente se viene rivelata in tutta la sua violenza l’assenza di ragioni, il vuoto di senso del giochino politico, solamente quando il nome ed il volto di ogni uomo e ogni donna, ogni bambina o bambino diviene il volto di un essere umano con diritto alla vita, al rispetto, alla realizzazione delle prorpie capacità, potremo chiedere conto di scelte scellerate, di ogni bomba sganciata, di ogni persona rapita, di ogni donna violata, di ogni bimba o bimbo uccisi, rinchiusi, affamti, deprivati.

E credo che dobbiamo trovare altri strumenti, altri mezzi che non la sola indignazione, ma uno sguardo diverso sul mondo, che possa far sentire con

un'onda di amore , uno sguardo diverso

un’onda di amore , uno sguardo diverso

che si deve cambiare strada, che il cammino dell’incontro, del confronto, del rispetto è possibile, non ostante tutto, ed è l’unico che offra qualche speranza di vita.

Se anche ci sembra di non poter fare altro, scrivere, testimoniare, continuare a raccontare, ad ascoltare, condividere il dolore divengono importanti, e sosterranno le scelte e le azioni ci chi può agire.

——– Messaggio inoltrato ———-
Da: ISM-Italia <news.ismitalia@gmail.com>
Date: 20 luglio 2014 03:12
Oggetto: ISM-Italia Una email da un eroe norvegese, Mads Gilbert, un dottore che continua il suo lavoro a Gaza. Per favore fate circolare.

Carissimi amici,

La scorsa notte è stata terribile. La “grande invasione” di Gaza ha avuto il risultato di veicoli carichi di mutilati, di persone fatte a pezzi, sanguinanti, morenti – di palestinesi feriti, di tutte le età, tutti civili, tutti innocenti.

Gli eroi nelle ambulanze di tutti gli ospedali di Gaza lavorano a turni di 12-24 ore, grigi dalla fatica e dai carichi di lavoro disumani (tutti senza salario all’ospedale Shifa negli ultimi 4 mesi), si prendono cura delle priorità, tentano di capire il caos incomprensibile dei corpi, degli arti, delle persone umane che camminano o che non camminano, che respirano o che non respirano, che sanguinano  che non sanguinano. UMANI!

Ora, ancora una volta, trattati come animali “dall’esercito più morale del mondo” (sic!).

Il mio rispetto per i feriti è illimitato, per la loro determinazione contenuta in mezzo al dolore, all’agonia e allo shock; la mia ammirazione per lo staff e per i volontari è illimitata, la mia vicinanza al “sumud” palestinese mi da forza, anche se ogni tanto desidero solo urlare, tenere qualcuno stretto, piangere, sentire l’odore della pelle e dei capelli del bambino caldo, coperto di sangue, proteggere noi stessi in un abbraccio senza fine – ma noi non possiamo permettercelo, né lo possono loro.

Facce grige e cineree – Oh NO! Non un altro carico di decine di mutilati e di persone sanguinanti, noi abbiamo ancora laghi di sangue sul pavimento nel reparto di emergenzaq (ER), pile di bende gocciolanti, che grondano sangue da pulire – oh – gli addetti alle pulizie, ovunque, allontanano velocemente il sangue e i tessuti scartati, capellli, vestiti, cannule – i resti della morte – tutto portato via… per essere preparato di nuovo, per essere tutto ripetuto di nuovo. Più di 100 casi sono arrivati a Shifa nelle ultime 24 ore. Troppi per un grande ospedale ben attrezzato con ogni cosa, ma qui – quasi nulla: elettricità, acqua, dispositivi, medicine, OR-tables, strumenti, monitors – tutti arruginiti come se fossero stati presi da un museo degli ospedali del passato. Ma questi eroi non si lamentano. Tirano avanti in questa situazione, come guerrieri, testa in su, enormemente risoluti.

E mentre vi scrivo queste parole, da solo, in un letto, sono pieno di lacrime, le lacrime calde ma inutili di dolore e di angoscia, di collera e di paura. Questo non deve accadere!

E poi, proprio ora, l’orchestra della macchina da guerra israeliana inizia di nuovo la sua orrenda sinfonia, proprio ora: salve di artiglieria dalle navi contro le spiagge, i ruggenti F16, i droni ripugnanti (in arabo ‘Zennanis’, quelli che ronzano), e gli Apaches. Tutto fatto e pagato dagli USA.

Signor Obama – ha un cuore?

La invito – passi una sola notte – solo una notte – con noi a Shifa. Travestito come un addetto alle pulizie.

Sono convinto, al 100%, che la storia cambierebbe.

Nessuno con un cuore E con il potere potrebbe mai andare via, passata una notte a Shifa, senza essere deciso a porre fine alla carneficina del popolo palestinese.

I fiumi di sangue continueranno a scorrere la notte prossima. Ho sentito che hanno accordato i loro strumenti di morte.

Per favore. Fate quello che potete. Questo, QUESTO non può continuare.

Mads

Gaza, Occupied Palestine

 Mads Gilbert MD PhD

Professor and Clinical Head – Clinic of Emergency Medicine – University Hospital of North Norway

N-9038 Tromsø, Norway

Informazioni su ragionandoci

scrittrice, artista, mi piace riflettere sulle cose, scrivo poesie, racconti, ci ragiono e ne scrivo... sono responsabile delle edizioni per l' associazione Stelle Cadenti
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