
Donne e Luna, di Grazia Marino
E i cerchi tornano sempre al punto di origine, ma le spirali tornano in una dimensione leggermente diversa, e così ci troviamo a rivivere tempi e pensieri, ma sempre con una vibrazione un po più alta, una maggiore lucentezza e chiarezza, così ho reincontrato Roberta, incontrata sette anni fa alla cerimonia della Luna Piena a Valladolid, anzi nella tenuta delle hadas, le fate. Lei ha fatto un percorso, e io il mio, per cui ora lei è terapeuta di biomagnetismo, di rejki e fiori di Bach, ed è tornata ad operare in Italia, io invece mi sono trasferita in Messico, proprio a Valladolid, e rientro in Italia solo per l’estate. Fili che si rincorrono e si intrecciano, amicizie che resistono al tempo e ai tempi con una trasformazione e un arricchimento, così ora ci siamo trovate per godere della ricchezza dei doni di questo incontro, Roberta ha trattato Grazia, e presto verrà qui a Bassano per un lavoro su alcuni di noi,di questo, tra l’altro, parleremo nel seminario di giovedi 28.
Trascrivo di seguito il messaggio mandato con watzapp a quelle che sono in zona:
“Giovedì 28, dalle quattro del pomeriggio, seminario sulla salute e il benessere, la capacità di autocura e notizie sulle possibilità di trattamento con il biomagnetismo, che noi abbiamo già sperimentato. Poi cena condivisa e cerimonia della Luna Piena, vi aspetto, è il nostro incontro annuale, spero di vedervi tutte e tutti.”
Ieri è stata la notte di San Giovanni, abbiamo raccolto i fiori e riempito una bacinella d’acqua in cui li abbiamo messi a raccogliere la luce della luna e delle stelle fino al mattino. Per lavarci poi oggi. E ieri, nel casale umbro dove sta lavorando Roberta, ho raccolto molti fiori di iperico, e tra una chiacchiera e l’altra uno è venuto fuori a dire che sua nonna raccoglieva l’iperico, i maggi (le ginestre) e le rose e metteva tutto questo nella vasca piena d’acqua, per lavarsi poi al mattino.
Viviana mi conferma che sua mamma lo faceva sempre, ed io mi commuovo per questo filo lontano che giunge fino a noi e stamattina nel lavarmi con quest’acqua fiorita mi sono venuti in mente i bagni di erbe consigliati in varie occasioni in molte culture, e mi sono resa conto che la spirale raccoglie e distribuisce le storie del mondo.
Questa Luna Piena viene vicino al solstizio, vicino al trionfo della luce che appena comincia a declinare lentamente e dolcemente, come farà fino al solstizio d’inverno quando saranno il buio e le ombre ad avere la meglio. Ma adesso è il momento della massima apertura, del trionfo delle relazioni e dell’ascolto degli altri, per lunghi mesi abbiamo maturato e sentito dentro di noi, è ora di aprirsi, i semi sono germogliati, le piante sono fiorite, e iniziamo a raccogliere i frutti. Un bilancio di luce e di amore che ci deve aiutare a resistere alla grettezza, alla indifferenza e al buio di questi giorni dolorosi in cui assistiamo al crescere della repressione, del rifiuto e del respingimento. Non mi meraviglierei se questo clima ci avesse afflitto e addolorato, facendoci sentire impotenti di fronte al male che avanza e magari un po’ malate, così da non avere più la forza di opporci. Ma noi siamo l’argine, noi siamo la speranza , vi trascrivo il post di Maria G: Di Rienzo su https://lunanuvola.wordpress.com/2018/06/19/storia-e-orgoglio/ che vi invito ad andare a leggere per intero insieme ai suoi altri post che sono un continuo dono.
Storia e Orgoglio 19 giugno 2018 di lunanuvola
Fuori posto. Così ci sentiamo in molti nell’Italia del 2018 e del governo dei soccorsi negati, dei censimenti etnici (illegali) e delle corruzioni passate e presenti. Ci sentiamo così pochi, così diversi, così impotenti che spesso preferiamo persino non essere visti.
Quando arriviamo al punto di cancellare noi stesse/i, abbiamo bisogno di Storia e di Orgoglio. Quando la situazione permette alle persone di essere legittimate all’odio, all’abuso, alla discriminazione, all’ignoranza e all’avidità, abbiamo bisogno di Storia e di Orgoglio.
Quando cominciamo a dimenticare la Storia, quando essa viene ridefinita, ripulita, manipolata e noi scordiamo che sono stati i poveri e i diseredati a sollevarsi in ogni lotta per la dignità umana, abbiamo bisogno di ricordarli, di nominarli, di dichiararci loro eredi – con Orgoglio.
Sono donne e uomini radici dell’albero della Storia: hanno acceso fuochi sacri, creato interi nuovi sistemi di pensiero, rovesciato bigottismo e oppressione; hanno sognato – e lottato affinché i sogni divenissero realtà e nel fare questo hanno aperto per se stesse/i e per noi migliaia e migliaia di strade.
Quindi stracciate i fondali che li coprono, perché sono gli stessi fondali che cancellano voi. Se sappiamo da dove veniamo, prenderemo migliori decisioni su dove andare.
Deliziatevi di chi voi siete, dentro e fuori.
Dispiegate le vostre ragioni, le vostre passioni, la vostra forza come rami di quello stesso albero della Storia. E preparatevi a diventare radici, per coloro che verranno dopo di voi.
Pensateci bene: non siamo noi a doverci vergognare. Maria G. Di Rienzo
Ho voluto mettere a commento questo albero fiorito fotografato a Valladolid perchè i fiori, il calore, la dolcezza delle persone che sostano sotto di esso ci diano l’immagine della bellezza e della serenità.
Niente è semplice e lineare nemmeno in natura, e ancora di meno in un parco cittadino, con le necessità contrastanti degli alberi e animali e delle persone. Il pavimento copre spesso la terra e ostacola il libero respirare delle radici, ma l’albero continua a fiorire, a regalarci bellezza e gioia. Gli uccelli riposano sui suoi rami, e vi fanno il nido, e prima di sera intonano il loro concerto straniante e coinvolgente.
Ma per fiorire l’albero deve crederci, deve amarsi e aprirsi alla bellezza e all’amore, persino a volte accettare che vengano tagliati i rami secchi, continuamente si rigenera, non ha un periodo di riposo, perchè lì il clima è sempre caldo, ma afferra i momenti in cui lasciar andare le foglie vecchie e farne crescere di nuove e fresche.
Tocca anche a noi amare noi stesse, amarci e lasciar andare tutto ciò che non serve più, i rami secchi, le foglie che stanno appassendo, per poter fiorire ancora e ancora, e sentirci forti e serene per offrire argine e riparo.
Eccoci a coltivare le nostre energie, ad accogliere il dono della luce, a respirare l’aria dolce e calda della sera, e domani si riparte, la luna si nascone in una eclissi ma riappare poco dopo per rigenerarci e darci nuove energie. Ci incontriamo con amore.
E mentre gli attacchi alla natura e all’ambiente, alla madre terra sono continui, noi ci troviamo a raccogliere l’invito di questo canto, che ho trovato tempo fa e salvato da un fascicolo di esercizi per avvicinare alla madre terra, purtroppo non ho segnato l’autore, o l’autrice, e ringrazio per questi suggerimenti preziosi, anche se in un contesto differente.
Gli uccelli del cielo sono miei fratelli,
I fiori sono le mie sorelle,
Gli alberi sono miei amici.
Tutte le creature viventi,
Le montagne,
E i torrenti,
Accolgo sotto la mia protezione.
Perché questa verde terra è nostra Madre,
E lassù nel cielo è nascosto lo Spirito.
Condivido questa Vita con tutti coloro che sono qui.
A tutti do il mio amore,
Questo esercizio risveglia e amplifica l’amore delle persone per la terra e quindi favorisce un atteggiamento di amorevole responsabilità. Esprimendo gratitudine verso la natura, la invitiamo a risponderci con lo stesso
sentimento. In parecchie occasioni gli uccelli hanno risposto ai gruppi che stavano cantando Gli uccelli del cielo, volando sugli alberi vicini e cantando con tutta la loro esuberanza.
ESPRIMERE AMORE PER LA NATURA
• Strumento musicale o lettore CD / Mp3
Di seguito trovate i versi di Gli uccelli del cielo (in
grassetto) e i movimenti del braccio che li accompagnano:
Gli uccelli del cielo sono miei fratelli, Stendete le braccia ai lati, con i palmi verso il basso. Oscillate dolcemente le braccia come se fossero ali di uccello.
I fiori sono le mie sorelle, Portate le mani giunte di fronte a voi, quindi
allargate le dita imitando un fiore che sboccia.
Gli alberi sono miei amici. Unite le mani giunte sopra la testa e oscillate
con il corpo, imitando il tronco di un albero.
Tutte le creature viventi, Stendete le braccia ai lati in segno di benvenuto a tutte le creature.
Le montagne, Unite le punte delle dita a livello del mento a formare una montagna.
E i torrenti, Tenendo la mano sinistra al mento, portate il braccio destro di lato,
lasciando fluttuare le dita per imitare le increspature dell’acqua.
Accolgo sotto la mia protezione. Mettete le mani a coppa una sopra l’altra, con i palmi verso l’alto all’altezza del cuore, come per prendervi cura di tutta la natura.
Perché questa verde terra è nostra Madre, Portate le mani in alto allontanandole dal cuore, come per includere tutta la Terra.
E lassù nel cielo è nascosto lo Spirito. Guardate verso l’alto, stendendo le braccia verso il cielo.
Condivido questa Vita con tutti coloro che sono qui.Incrociate le mani sul cuore. A tutti do il mio amore, Tenete la mano destra sul cuore e stendete la mano sinistra di lato con il palmo verso l’alto. A tutti do il mio amore, Tenete la mano sinistra sul cuore e stendete la mano destra di lato con il palmo verso l’alto.
Mentre pronunciate i versi, sentitene il significato e proiettate quei sentimenti all’esterno, verso l’ambiente che vi circonda. Ad esempio, mentre dite: «Gli alberi sono i miei amici», sentite la vostra vicinanza con essi. Dite a tutti di concentrarsi per inviare alla natura pensieri di amore e di bontà. Quindi cantate o suonate la canzone Gli uccelli del cielo, invitando tutti a unirsi a voi.