Un lungo silenzio

 

Sì, lo so, ad un certo punto ho semlicemente smesso di scrivere e di mettere insieme riflessioni e suggerimenti, presa di distanza ed impegno e solidarietà.

Una sensazione di vuoto che si allarga, stanchezza delle parole già dette, già ripetute, pensieri che girano e rigirano, inizi di testi che non prendono il via: i ricordi delle vacanze al mare in cui il venditore di cocco fresco o quello che proponeva ninnoli e vestiti erano parte integrante delle vacanze, e quindi la mia meraviglia, oltre alla indignazione, che si potesse infierire su qualche venditore ambulante, per fortuna molti bagnanti erano daccordo con me ed hanno scacciato le “ronde”.

Ma nel proseguire dell’estate abbiamo visto incarognirsi e farsi violenta la società verso i più deboli, non importa se italiani o stranieri, e poi le ragazzine violentate ed accusate si essere loro le responsabili… anche qui affiora un ricordo:la ragazzina un po’ scema, in realtà con una forte insufficienza mentale, portata in casa di rieducazione dal giovane parroco del suo paese perchè lei, 13 anni, “stava rovinando le famiglie” ovviamente i suoi usatori non erano responsabili di comprare le prestazioni di una ragazzina, era lei che rovinava le famiglie!” E ancora più di 40 anni dopo, siamo allo stesso punto. e poi le navi inabissate o mal soccorse, le persone sequestrate, la Palestina, lo Yemen, i Rowinga, i Mapuche, e i Sarawi, e poi, e poi il popolo dell’acqua e quello delle case, ni una menos e le donne uccise, le bambole per “giocare” a violare una donna senza responsabilità, pensieri violenti, voglia di fermare tutto. E le persone vicine prese nei problemi della loro vita, relazioni difficili, dolore e malattia, e amore che non riesce a valicare certe barriere di stanchezza…

Ho reagito smettendo la parola per ritornare verso il fare, sia pure bruciare un incenso purificatore in una zona di tensione, e poi la carta, i libri fatti e cuciti uno a uno e l’acchiappasogni divenuto la mia opera per la mostra d’arte che ha dato nuova vita ed offerto un nuovo sguardo sulla sala multifunzionale, sino ad ora usata solamente per feste ed eventi locali.

La sala con la mostra è divenuta una scossa al solito modo di pensare, dai grandi pannelli di Roberto, la sua arpa sonora, le sculture in ferro, sino alle sedie vuote di Tonina, dal tappeto volante sopra il muro di Miriam, alla fenice di Mario che rinasce dalle sue ceneri in un trittico, al dipinto arrivato proprio all’ultimo di Maddalena, ai vent’anni del libro-campo di Mirella Bentivoglio, dai grandi dipinti di Britta sino alle sculture di Raffaele e i quadri tra sogno e surrealtà di Grazia, e Gabriella con i suoi dipinti colorati e forti, e poi il mio grande acchiappasogni con le bandiere simboliche di alcuni dei popoli oppressi di questo tempo così ancora legato al potere neocoloniale, e la scritta Terra e Libertà, perchè di questo si tratta, riconoscere il diritto dei popoli alla terra e alla libertà. Una bella mostra un parlare per immagini senza parole che ha reso evidente un modo di fare cultura non troppo serioso ma vivo e vivace che rivendica il diritto al bello, alla conoscenza che viene da dentro ognuno di noi e quindi che si contrappone al culto dell’ignoranza sbracata e vuota.

Ho lasciato l’ Italia da alcuni giorni e nella distanza e un poco di distacco da quel clima arrabbiato e impotente provo a riprendere il filo delle parole, cerco di recuperare la magia della parola, quel modo di comunicare che passa anche il non detto e lascia un segno, spero. E finisco con alcune foto della mostra realizzata a Bassano in Teverina, nella sala multifunzionale divenuta per alcuni giorni una sorta di sala museale.

un primo piano dell’acchiappasogni

Informazioni su ragionandoci

scrittrice, artista, mi piace riflettere sulle cose, scrivo poesie, racconti, ci ragiono e ne scrivo... sono responsabile delle edizioni per l' associazione Stelle Cadenti
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