
Il mondo sta crollando, il clima è impazzito, siccità fuori tempo e fuori tempo improvvise tempeste di vento e neve. Riuscirà questa neve di aprile a salvaredalla siccità mezza Italia? Non si sa, anche perché nessuno ha preso sul serio il problema e si è chiesto come affrontare questo momento.
Stanchi delle difficoltà quotidiane, invochiamo più sviluppo fiduciosi che produrrà più posti di lavoro, che il benessere è qui vicino ed a portata di tutti.
Siamo così ciecamente dentro il sistema che non possiamo immaginare altri mondi, altri modi di vivere. Critichiamo Greta ed i ragazzini che manifestano per il clima perché non sono “politici” non hanno coscienza di classe, qualcuno arriva a dire che la lotta dei palestinesi è una lotta di retroguardia, senza coscienza di internazionalismo e classe… Una lotta per la propria terra, per dei confini, quando la lotta dovrebbe essere per l’abbattimento dei confini…
Io qui mi fermo e mi rendo conto che non andremo da nessuna parte, se restiamo dentro categorie che non rispondono più alla complessità delle problematiche, avendo sempre una verità nostra da insegnare, paesi e pensieri da “civilizzare”.
Succede lo stesso in qualche modo qui in Messico, dove AMLO (Andres Manuel Lopez Obrador) l’attuale presidente, che è stato eletto in reazione al degrado politico e sociale che attanagliava il paese, guarda agli indigeni e alle loro richieste come a gruppi da promuovere, portare avanti, verso lo sviluppo che produce ricchezza, dice lui. La domanda anche qui è ricchezza per chi? E a che scopo? Abbiano già sperimentato la ricchezza prodotta dal progresso, che altera l’ambiente e lentamente lo uccide, e non mi riferisco solo alle grandi opere, ai grandi progetti, ma anche ai progetti regionali. Alcune persone qui ad esempio usano con tranquillità l’olio di palma, che è ecologico, prodotto localmente, ma i campesinos del Chapas raccontano un altra storia: l’assurdità di importare la palma da olio africana promettendo buoni profitti dalla sua coltivazione sta uccidendo la biodiversità della zona, e sta provocando gravi problemi per il consumo eccessivo di acqua che richiedono queste piante, provenineti da un altra terra, da un altro ambiente.
Ma già, al momento era una buona opportunità di lavoro, un affare.
Ora non hai più l’acqua disponibile per le coltivazioni del cibo dedicato al consumo locale, ma ecco siamo così ciechi da scegliere l’affare, e non valutarne le conseguenze se non quando queste ci esplodono in faccia.
In Italia credo che citare l’ILVA di Taranto sia emblematico: lo sviluppo, i posti di lavoro promessi hanno ucciso i lavori tradizionali, impossibile continuare a pensare al rapporto con il mare e la terra, tutto inquinato, si lavora e si muore, e ancora non si trova il modo, e la volontà per ripulire la zona ricreare un equilibrio tra ambiente e lavoro che sembra ucciso per sempre.
Adesso in Italia si guarda con speranza all’accordo con la Cina, ci vogliono strade per trasportare le merci cinesi, ci sarà un nuovo flusso, nuovo sviluppo economico, e si irride alla osservazione che il mondo sta derrotando e che non è con lo sviluppo continuo e senza limite che ci salveremo.
Collegare la decrescita alla disoccupazione, alla perdita di posti di lavoro è un modo opaco e cieco di guardare alla complessità dei problemi. Abbiamo frane, inondazioni e siccità, ci crollano i ponti con le persone sopra, si producono terremoti con l’insipienza delle esplosioni e del fraking, l’ Ilva a Taranto continua a inquinare ed a produrre tumori, ma per noi ci vuole più sviluppo, più della stessa robaccia che abbiamo avuto sino ad ora, invocando come unica differenza una redistribuzione dei benefici e del lavoro.
Non abbiamo gli strumenti per pensare- immaginare un modo differente di vivere, uno sviluppo della vita e delle relazioni che non abbia come unico riferimento la economia di mercato, la organizzazione sociale che conosciamo. È urgente cambiare la forma del pensiero, i modelli di riferimento, per inserire le nostre più che giuste battaglie in un organico lavoro di decolonizzazione del pensiero e di ricerca delle interrelazioni e di mondi nuovi. Di seguito propongo alcuni articoli che mi sembrano molto utili per allargare un poco lo sguardo e la riflessione.