IO CI SONO

Mi ha chiesto e tu dove eri? Mentre io finivo in galera, per 10 giorni nel 68 e le pigliavo dai poliziotti? Dove eri mentre io facevo l’ora di silenzio per la pace?

Oddio, dov’ero? Aspetta un attimo che ci penso: nel 68’ lavoravo come assistente sociale in un istituto per handicappati, e in quell’anno l’abbiamo completamente ribaltato, mi sono sposata, ho fatto un concorso per assistente sociale del tribunale minorenni, nel 69 ho fatto un figlio, ho cominciato a lavorare al Tribunale minorenni, iniziando proprio il giorno di un incontro in cui si metteva in discussione tutto l’impianto del servizio. E poi… e poi, scrivevo, collettivi femministi e discussioni, in valle e in città, una figlia, e poi le occupazioni, la solidarietà alle fabbriche occupate, le lotte, e poi la bomba che esplose sui nostri sogni, e Brescia per giorni in lutto e ordinatamente in mano agli operai, e poi Piazza Loggia, le lotte, le guerre, la pace mai ottenuta e il Seme e il Frutto, e il laboratorio, e poi…

Mi fermo, perché quel che ho sentito nella domanda fuori contesto di un’amica è stata l’amarezza, la delusione, perché tu parli di forza, di resistenza, ma lo sai che cosa è? Ed ora che forze abbiamo mentre tutto è bloccato? E non voglio ammalarmi e non so come unire difesa e libertà, e sono anziana sono stanca, sono amareggiata… dove è la forza?

Ecco anche io sono stanca e anziana, ma non sono amareggiata, e rivendico con serenità quello che ho fatto, le lotte e le sconfitte insieme alle vittorie.

Scusa se ho preso spunto dalla tua domanda per seguire un ragionamento: questo è ancora il nostro tempo, è come ieri, come sarà domani, il tempo della lotta, della rivendicazione dei diritti, del distinguo tra giustizia e potere tra legge e giustizia…

Molti anni fa parlando con Mirella Bentivoglio, mi lamentavo anche io degli scarsi risultati che alla fine abbiamo ottenuto, come se le lotte avessero poi prodotto solo un soffio superficiale, un sospiro di cambiamento e nulla più. Lei che aveva una ventina d’anni più di me ha scosso la testa e mi ha elencato tutte le differenze tra un prima che io avevo cancellato e che lei aveva vissuto e un dopo.

Il 68, il femminismo hanno prodotto cambiamenti irreversibili nel modo di porci e di pensare. Ora c’è un rimescolamento di carte, un tentativo di riportarci indietro e a destra come se nulla fosse cambiato, ma il movimento è superficiale e mediocre, e noi ci ritroviamo di nuovo al centro della battaglia perché tocca a noi fare argine, parlare, raccontare, dare le misure di un prima e un dopo, riflettere, porre limiti chiedere cambiamenti, svelare il gioco del potere e lasciare che i giovani trovino la loro strada e il loro modo di porsi verso il nuovo.

Certo ci sono ragazzi senza spessore, superficiali ed eterodiretti, ci sono i vari social che abituano alle poche parole, ai detti brevi , al linguaggio violento e sboccato, ma ci sono tutti gli altri, tutti quei giovani che nonostante la pubblicità, le pressioni, le attese, la ricerca del successo facile basato più sull’apparire che sull’essere vanno avanti prendono iniziative, vanno a salvare il mondo in giro per il mondo, si siedono a protestare anche da soli, o si uniscono per assistere i migranti, i senza tetto, le persone messe in difficoltà dalle chiusure. Ci sono in tutto il mondo giovanissime ed anziane signore che lavorano per la libertà ed i diritti delle donne.

Prima del 68, quando io ero un adolescente, non ostante giornalini e riunioni eravamo considerati superficiali senza costrutto. Nati alla fine della guerra o subito dopo, noi eravamo quelli che non avevamo provato le privazioni, e che avevamo la vita facile pensando che tutto ci fosse dovuto, e poi lo scandalo del rock and roll che rompeva gli schemi dei movimenti armoniosi, che spingeva i corpi a muoversi anche in modo scomposto e secondo alcuni scorretto e osceno. E poi gli è scoppiato in faccia il 68 con tutto quello che è venuto dopo.

Quindi dovremmo stare attente a svalutare tutto, a vedere queste nuove genrazioni come incapaci, disperate, senza nerbo. Certo, non hanno i nostri modi di fare, ma anche noi le abbiamo provate tutte, dalle occupazioni, gli espropri proletari, gli scontri con la polizia, agli indiani metropolitani, dai girotondi delle femministe ai girotondi molto più pro istituzioni e adesso persino le sardine, e poi Greta, e noi a chiederci chi la spinge, chi la protegge.

Cose già viste, quando il potere non può piegare o distruggere una persona cerca di circuirla, di metterla alla ribalta così che noi pensiamo che sta facendo il gioco del potere, ma appena si rivela inmanipolabile e dice chiaramente che il potere è il problema, allora cominciano a ritirare la ribalta. a spegnere le luci, ad insinuare cose, a cercare di distruggerla. E se fosse sola sarebbe già finita, ma il movimento che è nato grazie a lei e con lei, non con la sua leadership, ma con lei, è molto più forte e resistente, e credo che ci troveremo a vedere cose nuove, la trasformazione delle relazioni, la lezione della pandemia potrebbe essere uno spunto.

Ma ripeto io non sono amareggiata, non è detto che un tempo fosse meglio, come diceva uno splendido libro di Luisa Passerini dando voce ad un ex lottatore: bene navigavi, naufragium feci.

Ma no manco sono naufragata, mi sono trasformata, ho cambiato tante cose, ho fatto molte scoperte ho approfondito, e ancora scopro, studio, incontro, cerco e vado avanti. Io sono qui.

La farfalla che ha deciso di abitare con noi per alcuni giorni. Scura come la notte della sua ultima trasformazione in questa tappa forte di vita. Era completa come bruco, ed ora è completa come farfalla che può volare
smar

Informazioni su ragionandoci

scrittrice, artista, mi piace riflettere sulle cose, scrivo poesie, racconti, ci ragiono e ne scrivo... sono responsabile delle edizioni per l' associazione Stelle Cadenti
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