Abbiamo da poco superato il trauma dei morti del gruppo Yorum in Turchia che le notizie di altri scioperi della fame in giro per il mondo ci raggiungono. I prigionieri palestinesi . cui nessuno riesce a dar voce tentano ogni tanto di forzare le condizioni orribili di detenzione ciniziando uno sciopero della fame. Anche i Mapuche, ne abbiamo già parlato più volte, cercano di piegare un governo ed una in-giustizia sorda e cieca ricorrendo alla misura estrema dello sciopero della fame.

Io credo che ci voglia un impegno costante, una volontà internazionale di proteggere queste anime savie che lottano senza armi senza aggredire nessuno se non se stessi per chiedere dignità e giustizia
Ho seguito e sofferto il precedente sciopero del Machi Celestino . Anche allora si era arrivati al pericolo di vita, al ricovero in ospedale ed al tira e molla per convincerlo a sospendere lo sciopero prima di avere avuto una risposta. La risposta poi venne, mutilata, incerta e molto offensiva: mentre anche pluriomicidi acclarati ricevono permessi incondizionati per presentare i propri libri e presenziare a manifestazioni pubbliche, al Machi Celestino che chiedeva semplicemente di tornare per 48 ore al suo rewe, il suo luogo sacro, dove avrebbe potuto fare la cerimonia per lui vitale di riconnessione con la terra e il suo popolo, a lui fu permesso una permanenza molto più breve di quella necessaria e con un dispiegamento di forze di polizia a controllo che resero tutto molto limitato ed incompleto. Si è rassegnato, avendo ottenuto quel piccolo momento di respiro.
Un secondo sciopero della fame era sstato sospeso il 20 marzo scorso, senza nessun risultato concreto
Ora, con la contingenza covid ed il rischio molto alto di contagio che tutti i prigionieri corrono, il machi Celestino ed altri prigionieri politici mapuce hanno iniziato un nuovo sciopero della fame. Non fanno richieste assurde o inaccettabili, stanno dentro i confini delle leggi e dei patti che prevedono che i mapuche possano scontare la loro condanna agli arresti nella loro comunità. I Mapuche si definiscono la gente (che) della terra (mapu), per loro la connessione con la terra e con tutto l’ambiente intorno è sacra e vitale. Un Machi, una autorità spirituale, non può staccarsi dalla terra e dalla sua gente. per questo la determinazione del Machi Celestino è così forte, anche se la sua vita è messa a grave rischio, il suo fisico già debilitato dal precedente sciopero della fame reagisce dopo 23 giorni di digiuno in un modo che prima aveva richiesto ben altro tempo.
Questo l’appello diffuso il 4 maggio
COMUNICATO DEL 4 maggio 2020
Familiari, amici e amiche e Rete di solidarietà al Machi Celestino
www.facebook.com/groups/489799691361876/permalink/1154358638239308/
Alla nazione mapuche, al popolo cileno e a tutta l’Abya Yala (1), a coloro che resistono al colonialismo e al capitalismo estrattivo, alle nostre autorità tradizionali e spirituali:
- Kiñe/Primo: Questo lunedì 4 maggio, il Machi Celestino Córdova riprende lo sciopero della fame e della sete a tempo indeterminato con un peso di 94,300 chili, sciopero che era stato sospeso il 20 marzo. Dinanzi all’assoluta mancanza di volontà politica da parte del governo di applicare la Convenzione 169 ai prigionieri politici appartenenti alle popolazioni indigene, oggi il machi riprende questo sciopero della fame e della sete sapendo quanto possa essere pericoloso e serio per la propria salute, e se ne assumerà tutte le conseguenze.
- Epu/Secondo: Le richieste sono concrete ed esigono ancora una volta ciò che è giusto in quanto diritto dei popoli originari privati della libertà:
- A) [per il machi,] trasferimento del luogo dell’esecuzione della condanna nella sua ruka (2), in ottemperanza alla Convenzione ILO 169;
- B) per tutti i prigionieri e le prigioniere politici, mapuche e non mapuche, [analoga] modifica delle modalità di esecuzione della pena detentiva, affinché possano scontarla nelle loro rispettive comunità o presso il loro domicilio;
- C) revisione delle misure di custodia cautelare in carcere[, convertendole in arresti domicliari o revocandole senz’altro,] per tutte le persone, mapuche e non mapuche, imputate di reati in connessione alle manifestazioni sociali [di Ottobre 2019].
Chiediamo il rispetto senza riserve della Convenzione ILO 169 e in particolare degli articoli 9 e 10 che riguardano il trattamento dei nostri prigionieri e prigioniere nelle carceri di questo paese.
- Kula/Terzo: Qui è responsabilità della Gendarmería (3) e del governo cileno, che non hanno adempiuto alla propria funzione di salvaguardare la vita dei prigionieri e che non sono nemmeno in grado di farlo. Perfino il Brasile, con il governo che ha, è stato in grado di applicare la Convenzione 169 in questi casi. Pertanto, soddisfare l’attuale nostra richiesta, in modo concreto, dipende solo dalla volontà politica.
- Meli/Quarto: Questo sciopero della fame ha il beneplacito del mondo spirituale e quindi ha un carattere spirituale. Con questo vogliamo chiarire che abbiamo urgente necessità di accrescere il nostro feyentun (4) in tutti gli ambiti e tutti i territori, e chiediamo di agire di conseguenza.
Siamo in tempi di lotta, ma anche di resistenza. Dobbiamo sostenerci a vicenda come fratelli e sorelle in qualsiasi territorio e alzare la voce di fronte alle minacce, di qualsiasi tipo. Abbandonare la passività e agire: tale è il significato di questo sciopero, è un passo verso la mobilitazione, poiché è meglio morire combattendo che in ginocchio davanti a un sistema oppressivo che, attraverso la paura di un virus, ci sottomette incessantemente.
Infine, l’appello è di camminare insieme, cosa che diventa ogni giorno più pressante e urgente, dinanzi all’avanzata del capitalismo e delle sue espressioni economiche come le società estrattive minerarie che stanno depredando la nostra Ñuke Mapu (Madre Terra) e il nostro modello di vita.
Ecco perché oggi esortiamo alla necessaria unità d’azione, a un cammino verso la convergenza delle diverse lotte in corso nel territorio, alla ricerca di forme d’intesa e di punti in comune che rendano possibile l’indispensabile unità delle persone mapuche e non mapuche per il recupero del buen vivir.
LIBERTÀ PER I PRIGIONIERI E LE PRIGIONIERE POLITICI MAPUCHE!!
LIBERTÀ PER TUTTI I PRIGIONIERI E LE PRIGIONIERE POLITICI LEGATI ALLE RIVENDICAZIONI SOCIALI!!
LIBERTÀ PER I PRIGIONIERI E LE PRIGIONIERE POLITICI!!
BASTA CON LA REPRESSIONE E LO SGOMBERO NEI TERRITORI IN RESISTENZA!!
Machi Celestino Córdova

purtroppo temo che la tecnica (non mi piace chiamarla arma perché in realtà non è tale) dello sciopero della fame vale solo, e neanche sempre, in un paese dove è sentito forte il rispetto dei diritti umani. Machi Celestino se dovesse morire per il suo sciopero farebbe un favore allo Stato che lo ha imprigionato e renderebbe ancora più debole la lotta dei suoi sostenitori. Questo il mio triste presentimento 😦