Le donne, l’Islam, il velo e l’occidente

Le donne, l’Islam, il velo e l’occidente

Gira in questo periodo la notizia tristisisma della morte, probabilmente a causa delle botte subite dopo l’arresto, della giovane iraniana Mahsa Amini, pare perché indossava malamente il velo…

La polizia religiosa è una realtà pesante in molti paesi islamici, non posso dimenticare come alcuni anni fa le ragazzine di un collegio che fuggivano dalle fiamme furono respinte indietro perché non adeguatamente coperte, cosa che ha dell’assurdo e della furia selvaggia contro le ragazze, che neppure i padri in alcuni casi sarebbero riusciti a salvare. Una cosa devastante, e la dimostrazione che la vita delle donne per questo tipo di polizia vale meno di niente. In altri casi, in Arabia Saudita, abbiamo visto come persino denunciare una violenza subita possa essere causa di arresto e di vergogna. Per aver fatto sesso con uno sconosciuto, non legalmente padrone del tuo corpo… che sia stato lui a pretenderlo è secondario, tu sei responsabile. Per non parlare di tutto quello che viene detto in bene o in male sui talebani, a cui sono state abbandonate le donne che l’occidente ci aveva raccontato che andavano salvate.

La uccisione di una giovane donna in detenzione è una tragedia, e ovviamente le mie sorelle iraniane hanno tutta la mia solidarietà. Sono orgogliosa di loro che sfidano quella stessa polizia che ha ucciso Masha bruciando i loro veli o sventolandoli in alto, e mostrando la volontà di gestire il proprio corpo come meglio credono con il tagliarsi i capelli, altra cosa peccaminosa. Così come sono orgogliosa delle donne saudite che cercano di scrollarsi di dosso la tutela maschile per fare qualunque scelta. O per le donne afgane, che chiedono la riapertura delle scuole femminili e manifestano la loro volontà. In questo caso poi la consapevolezza che gli anni di occupazione non hanno fatto altro che danneggiare la maggioranza delle donne mi lascia annichilita.

In tutti questi casi mi trovo sempre anche a considerare la ipocrisia dell’occidente, la volontà di cogliere ogni occasione semplicemente per nascondere o mettere da parte le proprie colpe e confermare che Noi, (noi chi?) siamo il meglio, noi che riconosciamo la libertà delle donne di andare vestite come credono, e di fare le proprie scelte,. Se poi ci sono una montagna di femminicidi questo è un problema privato, e nessuno si fa carico di afforntarlo.

Allora, io sono vecchia ed ho buona memoria, per cui ricordo bene quando, forse una decina d’anni fa, con i talebani davvero al tappeto e ridimensionati al massimo, si propose di trattare con loro, di avviare un processo di pacificazione che permettesse alla società afgana di evolversi positivamente. Questo chiedevano anche le donne, perché ovviamente se sei in guerra e praticamente sotto occupazione di sicuro non farai passi avanti, se non di facciata, che crolleranno insieme al castello delle connivenze. Ma no, allora virtuosamente ci veniva risposto “ mai trattare con i Talebani!” e vedete ora come sono messe, anche se la narrazione di chi sta sul campo è un poco differente dalla vulgata ufficiale. Comunque l’Afganistan avrà un lungo periodo di dolore e di assestamento prima di trovare un poco di equilibrio e di rispetto per le donne, e per tutti gli esseri umani che vivono lì.

E l’Iran: sottoposto a sanzioni, aggredito, demonizzato da Israele e dall’occidente, circondato, non dimentichiamo che la Siria è stata destabilizzata per poter arrivare all’Iran… allora l’Iran, se avesse normali relazioni internazionali, se ci fossero scambi e possibilità di movimento, probabilmente verrebbe normale allentare le prescrizioni, e pian piano le donne potrebbero trovare una dimensione più umana del vivere, ed ottenere maggiori diritti.

Il velo è simbolo di oppressione per noi che non lo portiamo, per coloro per cui fa parte dell’abbigliamento tradizionale è meno evidente e meno oppressivo, e sì, a volte è simbolo di identità. Una mia amica palestinese ad un certo punto ha cominciato ad indossarlo con determinazione, per sottolineare la sua identità e non perdere il legame con la sua terra.

Credo che il problema grave, gravissimo, sia la imposizione, l’obbligo, e la possibilità che ci sia una polizia impegnata nel far rispettare la morale, quella decisa altrove e interpretata più o meno rigorosamente a seconda delle circostanze e delle persone.

Noi, nel mondo occidentale che nasconde i suoi mostri che cosa possiamo fare? Innanzi tutto aspettare un momento, abbassare i toni, indignate profondamente per la uccisione di una giovane donna, possiamo persino chiamare in causa il governo iraniano, chiedere che si verifichi e si punisca chi ha fatto l’atto, ma poi dobbiamo anche fare un passo indietro, perché le nostre sorelle sono nella tormenta, e noi dobbiamo sostenrle senza aumentare le loro difficoltà, e dobbiamo impedire che si strumentalizzi questa morte per provocare ulteriori conflitti, ulteriori sanzioni, che vorrebbero dire inasprimento interno, compattamento contro il nemico comune, invece che allentamento e lasciar andare.

Credo che la complessità del mondo in cui viviamo sia troppo ampia per tenere insieme tutti gli aspetti, e comprendo che il velo è un aspetto evidente, che ci può persino far sentire a disagio e crearci difficoltà di relazione, però dobbiamo essere solidali e dalla parte delle nostre sorelle, qualunque sia la loro scelta, cercando se mai di sostenere la possibilità di scegliere.

E soprattutto, non dobbiamo rivendicare che la nostra scelta, la nostra vita sia la migliore in assoluto, forse, e non sempre, è la migliore per noi, che comunque ci sentiamo strette, respinte indietro ad ogni passo, ostacolate dai rigurgiti di paternalismo ossessivo. Dobbiamo valutare davvero se è questo l’unico mondo possibile, e cercare di capire come possiamo intrecciare le differenze e le ricchezze di tutti i mondi, e cercare di lasciar andare le oppressioni, in tutti i mondi.

Informazioni su ragionandoci

scrittrice, artista, mi piace riflettere sulle cose, scrivo poesie, racconti, ci ragiono e ne scrivo... sono responsabile delle edizioni per l' associazione Stelle Cadenti
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